
Rimodellare i tessuti profondi con gli ultrasuoni: il nuovo volto dell’anti-aging
Ci sono momenti in cui il viso inizia a cambiare, non in modo improvviso, ma con piccoli segnali che si accumulano: una mandibola meno definita, il collo che perde tono, quella sensazione che “qualcosa non tiene più come prima”. Sono trasformazioni silenziose, che non stravolgono subito l’aspetto, ma che la persona percepisce prima degli altri.
Molti arrivano in studio pensando che la soluzione sia per forza chirurgica, invece oggi abbiamo la possibilità di lavorare sulla profondità dei tessuti in modo molto più delicato, rispettoso e intelligente. Gli ultrasuoni microfocalizzati appartengono proprio a questa nuova generazione di trattamenti: non tirano, non riempiono, non cambiano i tratti. Aiutano la pelle a ritrovare struttura.
La vera forza degli ultrasuoni non è l’effetto lifting: è la capacità di rimettere in moto i tessuti
Quando parlo di ultrasuoni microfocalizzati, non penso mai a un risultato “meccanico” ma penso al dialogo che si instaura con la pelle. Gli ultrasuoni attraversano la superficie senza alterarla e raggiungono i piani profondi, lì dove il collagene sostiene la struttura del volto. È in quei punti precisi che generano un calore controllato, sufficiente a “svegliare” i fibroblasti. E quando i fibroblasti si attivano, ricominciano a produrre collagene con una qualità migliore, più densa, più elastica.
Il processo non è immediato — e non deve esserlo. Si costruisce nelle settimane e nei mesi successivi, con un cambiamento che spesso la persona percepisce prima di riuscire a spiegarlo: la pelle risponde, si compatta, ritrova presenza.
Il trattamento in sé è semplice. Quello che fa la differenza accade dopo
La seduta dura in media un’ora, spesso meno. Si inizia dal piano profondo — lo stesso coinvolto nei lifting chirurgici — e si procede poi nel derma, dove il collagene viene prodotto. Il paziente avverte un calore, a volte una tensione leggera, nulla che interferisca con la vita quotidiana: alla fine si torna alle proprie attività senza alcun segno evidente.
Ma ciò che conta non è quel momento, è ciò che accade dopo. Il volto inizia lentamente a ritrovare un migliore sostegno, e la luce scorre in modo diverso sui lineamenti. Il risultato non è urlato ma è un risultato che si nota perché il viso “si ritrova”, un risultato naturale e non artificioso, rispettoso della persona e delle sue peculiarità.
Il caso di Jessica: quando il cambiamento è sottile, ma racconta verità
Jessica è arrivata in studio con una richiesta molto comune: “Vorrei sentirmi più fresca, senza cambiare il mio modo di apparire.” Già durante la visita ho percepito una lassità iniziale nella mandibola e un leggero cedimento sotto il mento. Nulla di marcato, ma abbastanza da farle sentire che la pelle non rispondeva più come prima.
L’ecografia ha confermato che gli ultrasuoni microfocalizzati sarebbero stati un buon approccio per lei.
Le ho mostrato i piani, abbiamo parlato dei tempi, dei cambiamenti graduali, del fatto che la sua espressività non sarebbe mutata. Poi abbiamo iniziato. Come sempre, ho lavorato un lato per volta: mostrare la differenza immediata nella tensione dei tessuti aiuta la paziente a comprendere cosa stiamo facendo. La seduta è scivolata via senza difficoltà, solo un lieve rossore momentaneo.
Tre mesi dopo: i risultati ottenuti
Jessica è tornata a studio con un sorriso che diceva tutto. Il suo volto non era “diverso”, era più definito, più compatto, più riposato. La zona del mento e del collo aveva ritrovato sostegno. La pelle era più densa, più “presente”. E ciò che per me conta di più è stato sentirle dire: “Nessuno capisce cosa ho fatto, ma tutti mi dicono che sto meglio.” Questa, per me, è la misura esatta della naturalezza.
Quanto dura un risultato che nasce dalla fisiologia?
Poiché gli ultrasuoni attivano processi biologici, i risultati non scompaiono da un giorno all’altroma seguono il ritmo dei tessuti. Generalmente una seduta basta, ma in alcuni casi valutiamo un richiamo. La durata media va dai 12 ai 18 mesi. A proposito degli effetti di un trattamento, mi piace sempre specificare una cosa: la durata non dipende solo dalla tecnologia, ma dalla storia biologica di quella pelle. E questa storia è diversa per ognuno.

